Un'indagine nazionale
Dopo un primo studio realizzato nel 2015 nella regione Languedoc-Roussillon, la Federazione francese dei porti di Marina (FFPP) ha voluto estendere la sua indagine sullo stato sociale dei porti a tutta la fascia costiera francese. Per questo motivo ha collaborato con l'osservatorio della sezione professionale di AGEFOS PME.
Insieme hanno elaborato un questionario, inviato a tutti i membri nell'agosto 2015. Sono pervenute solo 38 risposte valide, di cui quasi due terzi sulla costa mediterranea. I risultati vanno pertanto presi con cautela.
Porti sani
Il 61% dichiara un fatturato stabile e il 32% un aumento negli ultimi 3 anni.
Per il 40% di loro, desiderano diversificare la loro attività verso il settore turistico. Il monitoraggio normativo rimane l'obiettivo principale per il 53% dei porti turistici.
Bassa necessità di reclutamento
Nello studio, solo il 21% delle risposte indicava l'intenzione di reclutare entro 6 mesi. Quando interviene, ciò avviene principalmente attraverso applicazioni spontanee o per passaparola.
I due principali ostacoli all'assunzione, secondo i porti intervistati, sono le qualifiche dei candidati e il carattere stagionale dell'attività.
Versatilità
Per sviluppare la propria attività, il 66% dei porti turistici desidera fare affidamento sulla versatilità dei propri dipendenti. La maggior parte della formazione richiesta a tal fine riguarda certificazioni obbligatorie o lo sviluppo di competenze. Per i dipendenti, ciò riguarda principalmente le lingue e la gestione ambientale, mentre i manager e i dirigenti sono alla ricerca di una formazione amministrativa e manageriale.
I porti sottolineano la difficoltà di trovare una formazione a livello locale e incoraggiano l'idea di una formazione interportuale.