Procedimento nei confronti dell'Italia per quanto riguarda i combustibili per imbarcazioni da diporto
Le attuali norme comunitarie in materia di accise consentono agli Stati membri di non tassare il carburante utilizzato da una società di navigazione a fini commerciali, ossia per la vendita di servizi di navigazione marittima. Un'esenzione può essere applicata, ma solo se la persona che noleggia l'imbarcazione vende questi servizi a terzi. Consentendo alle imbarcazioni da diporto noleggiate, come gli yacht, di qualificarsi come imbarcazioni "commerciali" anche se destinate all'uso personale, l'Italia le esenta dalle imposte sul carburante. La Commissione europea ritiene che tale pratica violi la legislazione comunitaria e ha deferito la questione alla Corte di giustizia europea. I professionisti della nautica dei paesi vicini e in particolare della Costa Azzurra hanno denunciato questa concorrenza sleale che, secondo loro, ha spinto gli yacht a fermarsi dall'altra parte del confine, causando una grave perdita di reddito.
Cipro e l'Italia coinvolte nell'IVA sugli yacht
Prima di un eventuale ricorso alla Corte di giustizia, la Commissione ha inoltre inviato un parere motivato a Cipro e all'Italia in merito alla riduzione dell'IVA per il noleggio di yacht. Rivelata nel contesto dei Paradise Papers, la prassi dei paesi interessati è quella di applicare una scala di riduzione dell'IVA sul noleggio di yacht, proporzionale alle dimensioni della nave. Poiché le norme UE consentono esenzioni quando la nave opera al di fuori dell'UE, la nave si basa sull'ipotesi della proporzionalità delle dimensioni dello yacht e della durata dei viaggi al di fuori dell'UE. La Commissione respinge l'argomentazione e la possibilità di una riduzione forfettaria.