Basta con l'erosione costiera, ecco la dinamica costiera
La sfumatura semantica potrebbe portare ad un sorriso nella comunicazione politica che spesso cerca di eliminare i problemi cambiando il nome. Ma la scelta del rapporto di Stéphane Buchou sulla pianificazione territoriale costiera di preferire il termine dinamica costiera a quella di erosione o di arretramento della linea di costa è indicativa dello spirito che la guida. Il rappresentante eletto intende passare da un approccio "ansioso" a "un'inevitabile sconfitta" a "l'invenzione di un nuovo carattere urbano costiero, una logica di progetto, capace di conquistare il sostegno". Nelle comunità incontrate, ha sottolineato la necessità di strumenti adeguati al problema. A tal fine, propone una serie di raccomandazioni che riguarderanno necessariamente l'industria nautica e in particolare i porti turistici.
Litto21 progetti e adattamenti della legge litorale
Nella prima parte, il rappresentante eletto formula proposte per migliorare la conoscenza dei problemi legati alla dinamica costiera e alla sua inclusione nel Codice di Urbanistica. In particolare, intende rafforzare gli Osservatori della Dinamica Costiera e informare gli acquirenti o i locatari di immobili nelle zone colpite. Molte società nautiche situate in prossimità del mare potrebbero essere colpite.
Il principale strumento proposto dalla relazione, i progetti Litto 21, gestiti su scala intercomunale, dovranno sviluppare strategie per la ricomposizione spaziale dei territori interessati dall'erosione costiera. I documenti urbanistici dovranno poi essere adattati al progetto. Le misure speciali per l'applicazione della legge costiera alla zona possono essere convalidate per un periodo di 10 anni. Un'imposta comunale aggiuntiva nei comuni costieri consentirebbe di finanziare i progetti della Litto 21. È allo studio il divieto di costruzioni non reversibili nelle zone di Litto21.
Il livello intercomunale, scelto per la Litto 21, è favorito anche per la competenza dei porti turistici. Ciò consentirà probabilmente una migliore integrazione dei progetti portuali nella strategia urbana generale e una riflessione sulla necessaria resilienza delle infrastrutture nautiche alle dinamiche costiere, con la possibilità di smantellamento o spostamento facilitato di fronte all'innalzamento del livello delle acque.