Vendite annuali del gruppo Bénéteau in calo
La data di chiusura dei conti del Gruppo Bénéteau è stata cambiata: l'esercizio finanziario termina ora il 31 dicembre. Di conseguenza, l'anno di transizione 2019/2020 dura 16 mesi, ma il leader degli yacht ha pubblicato i suoi risultati al 31 agosto, permettendo un confronto con l'anno finanziario 2018/2019. Il fatturato del gruppo per il periodo è di 1,149 miliardi di euro, in calo del -14%. Il business delle barche è sceso sotto la soglia del miliardo di euro, a 975,3 milioni di euro, con un calo del -14,7%. La direzione del gruppo sottolinea tuttavia che l'evoluzione è più favorevole delle sue ultime previsioni, stimate tra -16% e -18%.
Il dayboating compensa parzialmente la crisi del noleggio di barche
Nella sua analisi, il gruppo Bénéteau sottolinea il dinamismo del segmento dayboating (barche a motore sotto i 45 piedi di lunghezza) alla fine della stagione, limitando il calo degli affari. D'altra parte, il settore del noleggio di barche, sia monoscafi che multiscafi, risente delle difficoltà incontrate dagli operatori a causa delle restrizioni di trasporto, che hanno portato a numerosi rinvii di ordini, nonostante un buon primo semestre. Mostra un calo del 65% del fatturato tra giugno e agosto rispetto allo stesso periodo, ma rimane in crescita del 7,4% su 12 mesi.
La quota di barche a vela è aumentata del 3%, raggiungendo il 49% del fatturato delle barche.
I dettagli geografici mostrano una migliore ripresa in Europa durante l'estate, l'unica area a crescere, del +10,9%. Il calo su 12 mesi è limitato a -14,6% rispetto al -23,3% del mercato statunitense.
Previsioni più basse per la fine del 2020
La fine dell'esercizio, fino al 31 dicembre 2020, dovrebbe continuare a diminuire, secondo la direzione del gruppo vandeano. Il calo del fatturato è stimato tra il -25% e il -30% nel periodo. Nella sua comunicazione finanziaria, il gruppo sottolinea gli sforzi fatti per mitigare le conseguenze sul bilancio dell'azienda. La riduzione della capacità di produzione e le chiusure di siti già annunciate, così come la razionalizzazione in corso dei marchi dovrebbero, secondo il gruppo, permettere una riduzione dei costi da 45 a 65 milioni di euro su un anno intero.