In occasione del Cannes Yachting Festival 2022, Dave Foulkes, responsabile del Gruppo Brunswick, che comprende Mercury Marine, Navico, Mastervolt, Boston Whaler, Sea Ray e altri grandi nomi dell'industria nautica, ha gentilmente risposto alle nostre domande.
Dove vede il Gruppo Brunswick nel 2032?
Abbiamo già elaborato un piano per il 2025 che ne traccia le linee principali.
Per Mercury Marine, direi che continueremo a sviluppare prodotti innovativi e a guadagnare quote di mercato, con nuovi prodotti e nuove tecnologie. Questo include la nostra gamma elettrica e una sempre maggiore efficienza dei motori convenzionali.
Per Navico Group (ndr: la società che raggruppa i marchi di elettronica Navico, ma anche gli altri produttori di apparecchiature Brunswick), i progressi nel campo dell'elettronica e dell'elettricità saranno sempre maggiori. Le batterie LiOn occupano sempre più spazio e sostituiscono i generatori. Avremo un sistema ibrido, come si sta sviluppando anche per i veicoli da diporto con lo "zero-idle". Navico Group si occupa anche di imbarcazioni autonome. Il nostro sistema di attracco uscirà alla fine del 2022. La difficoltà sta nel rendere queste tecnologie robuste.
Le imbarcazioni rappresentano solo il 20% dei guadagni di Mercury. Ma è difficile occuparsi di imbarcazioni e propulsione separatamente. I 17 marchi del Boat Group sono interessanti per lavorare con Mercury e Navico e introdurre nuovi prodotti.
Prevedete una maggiore distribuzione diretta dopo la creazione di Navico Group?
Vendiamo già attraverso i nostri canali, le piattaforme digitali e i grandi distributori come Amazon o Wallmart negli Stati Uniti per i prodotti semplici. Ma non pensiamo di avere i nostri distributori. La questione è dove portiamo valore al cliente e dove guadagniamo.
E i servizi?
Il Freedom Boat Club sta crescendo rapidamente con 320 sedi negli Stati Uniti e oltre 30 in Europa. È uno strumento interessante per la transizione all'elettrico, perché le imbarcazioni sono centralizzate in una base. È possibile disporre degli strumenti di ricarica e dell'alimentazione per una serie di imbarcazioni, cosa più difficile per i singoli diportisti.
Come vede lo sviluppo della barca elettrica nel 2030 e gli attori del mercato?
Oggi rappresenta meno dell'1% negli Stati Uniti, rispetto al 5-10% dei viaggi leggeri. Credo che entro il 2030 raggiungeremo il 10% nei Paesi di nicchia. Ma c'è ancora un problema di prezzo. In media, le barche che vendiamo costano meno di 50.000 dollari. È un budget difficile da rispettare in campo elettrico.
Oggi ci sono molti esperimenti ad alta tensione, ma i grandi operatori non guadagnano. Non è una cosa sana. Dobbiamo trovare un modo per essere vitali.
Come vede lo sviluppo del club nautico?
Si stanno valutando molte soluzioni senza che la barca sia di proprietà. Il velista è molto protettivo nei confronti della sua barca, quindi non possiamo allontanarci molto. Non è una questione di prezzo. Il diportista americano medio ha 51 anni. Il socio del Freedom Boat Club è più giovane di 3 anni e mediamente più ricco. È più una questione di disponibilità.
Quali sforzi vengono fatti per lo sviluppo sostenibile al di fuori dell'elettricità?
Puntiamo alla neutralità entro la metà degli anni 2030. Il primo punto è che due terzi delle nostre barche sono in alluminio e sono piccole, quindi facili da riciclare. Per quanto riguarda la vetroresina, stiamo lavorando con Arkema su una Boston Whaler realizzata in Elium, che è riciclabile al 100%
