Dichiarazione congiunta
I presidenti del Consiglio internazionale delle associazioni dell'industria marittima (ICOMIA), dell'industria nautica europea (EBI) e della National Maritime Manufacturers Association (NMMA), organizzazioni che rappresentano i professionisti del settore su entrambe le sponde dell'Atlantico, hanno firmato una dichiarazione congiunta per esprimere le loro preoccupazioni in merito all'impatto sul settore marino la guerra economica lanciata dal presidente Trump .
La nautica, un settore di peso
I firmatari ricordano l'importanza della nautica da diporto nell'economia americana ed europea. "Negli Stati Uniti, l'industria nautica contribuisce al PIL con 38,2 miliardi di dollari, attraverso 35.000 aziende e 650.000 posti di lavoro diretti e indiretti. Nell'Unione europea conta più di 32 000 imprese, impiega direttamente più di 280 000 persone e realizza un fatturato annuo di circa 20 miliardi di euro"
Misure che non proteggono
I responsabili del settore sono preoccupati per il rischio di squilibrio del mercato. "In Europa, l'inclusione della nautica nell'elenco delle ritorsioni doganali non proteggerà l'industria europea e peserà sulle spalle dei costruttori americani:
- L'UE è il secondo maggiore partner commerciale per i costruttori navali statunitensi. Nel 2017 sono stati esportati nell'UE 217,4 milioni di imbarcazioni e 148,3 milioni di motori americani, pari al 18,4% delle esportazioni statunitensi.
- Il 12-30% del prezzo finale di un'imbarcazione proveniente dagli Stati Uniti venduta nell'UE è dovuto ai servizi necessari per la commercializzazione, la distribuzione, l'installazione di attrezzature acquistate localmente, il trasporto, le commissioni e gli agenti. Questi soldi contribuiscono direttamente alle economie degli Stati membri dell'UE.
- La segmentazione del mercato è tale che tutte le imbarcazioni americane vendute in Europa non potrebbero essere facilmente sostituite da unità costruite in Europa"
Richiesta di abolizione delle imposte
Infine, i firmatari invitano i leader politici, come in passato, a una maggiore armonizzazione normativa e all'eliminazione delle barriere doganali. "Ribadiamo la nostra convinzione che un partenariato ragionevole ed equo tra gli Stati Uniti e l'UE, che non metta a repentaglio la crescita, l'occupazione e l'innovazione, sia l'unica via sostenibile